Grazie ai Social Network, i produttori biologici possono uscire dal loro storico isolamento rurale e avvicinarsi sempre di più non solo ai propri clienti, ma tutte quelle persone che sentono il bisogno di migliorare la qualità della propria vita. Ecco perché oggi non c’è azienda agroalimentare che si rispetti, da quelle a conduzione familiare alle multinazionali, che non abbia un account sui social network. Gli obiettivi che spingono non solo i produttori, ma anche i consumatori, a formare delle community grazie ai social media sono diversi, ma il comun denominatore è sempre lo stesso: far parte di un movimento sociale che si impegna per una vita migliore. In un post di The Goodones, questo concetto di community sostenibile è bene espresso:
È evidente una consapevole attenzione alla qualità del prodotto/servizio, alla vicinanza e alla relazione con il proprio territorio, alla sostenibilità della produzione. Ma soprattutto gli utenti riconoscono e premiano l’impegno personale di chi conduce queste aziende, che accanto agli obiettivi di fatturato è fatto di ricerca e sviluppo e condivisione del sapere. Continua a leggere