Nashi, Miyagawa,Topinambur…Cosa sono? Come li cucino? I segreti dei prodotti “strani” della tua confezione

Diciamoci la verità: quando compriamo frutta e verdura, in particolar modo al supermercato, scegliamo sempre i “soliti” prodotti, quelli più conosciuti e anche quelli più “belli”, dall’aspetto migliore. Ne avevamo già parlato nel post “Sei ciò che mangi: come l’alimentazione biologica può rendere la tua vita sana e migliore”: non sempre la qualità di un prodotto è associata al suo aspetto esteriore, anzi i prodotti più brutti e strani molto spesso sono i migliori, perché coltivati secondo metodi biologici che non prevedono sostanze aggiunte che sicuramente li rendono più appetibili (ed esteticamente standardizzati), ma sono dannose al nostro organismo.

I nostri clienti, però, hanno imparato molto bene che la nostra frutta e verdura può non avere “un bell’aspetto”, ma la bontà e la qualità sono garantite e…uniche! Ma qui sorge un altro problema: dal momento che non si è abituati a questo tipo di prodotti o non si riconoscono perché sono varietà particolari, o, peggio ancora, non si sa come cucinarli. E le domande in proposito che arrivano sulla nostra community di Facebook sono la prova lampante di questa curiosità 🙂 Per togliervi ogni dubbio, ecco qualche segreto per riconoscere e cucinare al meglio alcuni dei prodotti “strani” che potete trovare nella vostra confezione.

Nashi

Questo frutto è ormai diventato un must tra le curiosità dei nostri clienti. Perché? Perché ha il sapore della mela e della pera insieme e, infatti, è proprio chiamato “Mela-Pera”. Il nashi è originario della Cina ed era già coltivato e consumato circa 3.000 anni fa. Nonostante la sua origine orientale, la pianta del nashi si adatta senza problemi alla maggior parte delle aree frutticole italiane. Come lo preparo? Oltre che mangiato a spicchi come un qualsiasi frutto, si possono fare torte oppure dei plumcake con nashi e pezzetti di cioccolato. Una rivisitazione etnica del classico “pera e cioccolato” :).

Miyagawa

Ecco un agrume anche in questo caso di origine orientale: è un mandarino proveniente dal Giappone. Il frutto è di forma tondeggiante, leggermente schiacciata, con buccia gialla o verde intenso. La polpa ha un colore arancio, simile a quella dei mandarini, ma priva di semi. Che ci faccio? Oltre a mangiarlo come un “classico” mandarino, è ottimo in aggiunta alle spremute d’arancia e per preparare ottime marmellate fatte in casa.

Topinambur

Il Topinambur è un tubero molto particolare: il sapore ricorda il carciofo e ha una consistenza simile a quella di una patata. Di origine nordamericana, in Italia il Topinambur è presente praticamente ovunque, ma viene ancora considerato molto esotico J. Questo tubero è da sempre famoso anche per la sua capacità di ridurre il colesterolo e stabilizzare la concentrazione dello zucchero nel sangue. Topinambur in casseruola: raschiate e lavate molto bene 800 gr di topinambur poi tagliateli a fettine. Sbucciate e lavate una cipolla e tritatela con 10 gr di prezzemolo già mondato e 20 gr di lardo. Scaldate 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva in una casseruola e fate soffriggere il trito preparato per 3’, quindi aggiungete le fettine di topinambur. Regolate di sale, mescolate e coprite con il coperchio. Fate cuocere per 20’ a fuoco basso. A fine cottura, trasferite su un piatto da portata e servite ben caldo.

Giuggiole

Ecco un altro frutto noto per il nome, ma sconosciuto ai più. Di origine africana, la giuggiola è un frutto dal sapore simile a quello della mela se non ancora maturo, a quello di un dattero, invece, a maturazione avvenuta. Le giuggiole si consumano sia fresche, sia quando sono leggermente raggrinzite, quindi, come detto sopra, non fatevi impressionare dall’aspetto :). Le giuggiole sono anche utilizzate per realizzare confetture, sciroppi, e non solo… tutti conosciamo il detto “andare in brodo di giuggiole”, ma che cos’è realmente? È un liquore veneto molto antico e questa è la ricetta: riducete la buccia di un limone in listarelle molto sottili. Strofinate le giuggiole (400 gr) con un telo e riponetele in un vaso della capienza di circa 1kg. Aggiungete zucchero (200 gr), le scorzette di limone, 10cl di alcool e un pizzico di vaniglia. Chiudete ermeticamente il vaso e sistematelo in un luogo in cui possa prendere molta luce, agitandolo ogni tanto. Quando lo zucchero sarà completamente sciolto, aggiungete il resto dell’alcool (30 cl), agitate bene e ponete il vaso in un luogo fresco, lasciando stagionare le giuggiole almeno per sei mesi.

E questi sono solo degli esempi. Un consiglio: se trovate frutta e verdura “particolari” nella confezione che vi consegniamo, non disperate: all’interno, troverete una brochure con tante informazioni e ricette e se non vi dovesse bastare…chiedete pure, soddisferemo ogni vostra curiosità :).

Credits Photo:

(A Nashi Pear. Source URL: [http://en.wikipedia.org/wiki/Image:Nashi_pear.jpg] On english Wikipedia uploaded by en:User:Fir0002. Category:Fruit)

({{Information| |Description=Jujubes (= Chinese dates, ”Ziziphus jujuba”) from Korea |Source=own foto |Date=2006 |Author=Marco Schmidt |Permission=CC-BY-SA 2.5 |other_versions= }} Category:Rhamnaceae Category:Korea Category:Fruits [[Category:)

(Category:Citrus sinensis ”’Photographer:”’ [http://flickr.com/photos/76351162@N00 酎犬 八号] from Aichi, Japan ”’Title:”’ MIKAN field ”’Taken on:”’ 2004-11-27 01:36:58 ”’Original source:”’ [http://www.flickr.com/ Flickr.com] – [http:/)

steffenz

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